Settore pubblico e secondo lavoro: è possibile entrare nell’immobiliare?

Un dipendente del settore pubblico può svolgere un secondo lavoro? E questo è compatibile con professioni inerenti al mondo immobiliare?

La risposta a tali quesiti non è semplice poiché dipende da diversi fattori ben delineati comunque dalle normative vigenti, sia in un ambito che nell’altro. Poiché il costo della vita è sempre più caro, molte persone cercano nuove opportunità per aumentare le proprie entrate o diversificare l’attività professionale, è opportuno avere le idee chiare, onde evitare errori e sanzioni. Ecco tutto quello che occorre sapere al riguardo, dalle leggi originarie alle successive modifiche, a come fare per diventare un professionista dell’immobiliare come secondo lavoro.

Settore pubblico e secondo lavoro: è possibile?

Chi lavora nel settore pubblico è considerato un “fortunato”, con molte tutele, contratti tendenzialmente adeguati e per lo più a tempo indeterminato, con orari di lavoro prestabiliti. Tuttavia, non sempre è così e con il caro vita, ma anche il desiderio di una carriera più rapida e stimolante, il dipendente pubblico può sentire l’esigenza di un secondo lavoro. Può aspirarvi con tranquillità? Tale aspetto è regolato da precise leggi e norme che tutelano l’imparzialità e l’efficienza dell’azione amministrativa. In pratica ed in via generale, questi lavoratori non possono svolgere attività professionali tali da compromettere l’impegno nel pubblico impiego o che comportino un conflitto di interessi. Ciò significa che dipende dai casi, ovvero il secondo lavoro è possibile ma solo a determinate condizioni e per tipologia.

Secondo lavoro per i dipendenti pubblici, normativa di riferimento e successive modifiche

Ma quali sono queste condizioni? Lo spiegano la legge di riferimento e tutte le sue successive modifiche. La normativa che regola l’incompatibilità professionale per i dipendenti pubblici è contenuta principalmente nel Decreto Legislativo n. 165 del 2001 (norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) e nel Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il decreto – che trova fondamento nell’art. 98 della Costituzione, secondo cui

i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione

stabilisce che i dipendenti pubblici non possono esercitare attività professionale o imprenditoriale che sia incompatibile con le funzioni ricoperte, come quelle che possono determinare conflitti di interesse, danneggiare l’immagine della pubblica amministrazione, o quantomeno interferire con gli orari.

Negli ultimi anni, comunque, la normativa è stata oggetto di revisioni e modifiche, che hanno abbattuto molti paletti. In sostanza attualmente, un dipendente pubblico può svolgere un secondo lavoro se questo non interferisce con l’orario di lavoro, non crea conflitti di interesse e non compromette il suo ruolo all’interno della pubblica amministrazione. È necessario, tuttavia, che questa dia l’autorizzazione al lavoratore, come sancito anche da una recente sentenza della Corte di Cassazione – n°9801 del 2024– che afferma:

anche se il secondo lavoro rientra tra le attività compatibili con il pubblico impiego, la concreta valutazione dell’insussistenza di incompatibilità spetta comunque al datore di lavoro.

Agente immobiliare ed incompatibilità

Anche l’attività di agente immobiliare presenta alcuni aspetti di incompatibilità per i dipendenti pubblici e non. Secondo la normativa che regola questa professione, ovvero la Legge n. 39/1989, e successive modifiche, è necessario essere iscritti ad un registro dedicato, cosa fattibile dopo il superamento di un esame di stato e dunque il conseguimento del cosiddetto “patentino”. Tale ruolo potrebbe comportare un conflitto di interesse, se l’agente è un lavoratore del settore pubblico, laddove si ritrovi a mediare per edifici o terreni che necessitano un contatto con pubbliche amministrazioni per la gestione di contratti o acquisizioni. In pratica la normativa spiega: un dipendente del settore pubblico non può fare l’agente immobiliare a meno che non dimostri di non trovarsi in una situazione di conflitto di interesse. Ciò verificarsi, ad esempio, il lavoratore operi in settori diversi, come la compravendita di case tra privati.

Un dipendente pubblico può fare l’agente immobiliare come secondo lavoro?

La risposta semplice detto tutto questo è: dipende! Non può se esercitare la professione di agente immobiliare come secondo lavoro, interferisce con le sue mansioni o crea conflitti di interesse con la pubblica amministrazione. Tuttavia, laddove questi presupposti non sussistano, ovvero nella maggioranza dei casi, è fattibile. I principi generali sono quelli del Decreto Legislativo n. 165 del 2001 che stabilisce i limiti entro i quali un dipendente pubblico può svolgere un secondo lavoro:

Lavorare nell’immobiliare come secondo lavoro, il tempo basta?

Stabilito tutto ciò e rientrando nella casistica, un altro dubbio sorge spontaneo: per avere una buona carriera come agente immobiliare, bisogna impegnarsi molto, dunque non serve il full time? Effettivamente la gestione del tempo rappresenta una grande sfida per chiunque faccia un doppio lavoro, ma soprattutto se questo coincide con l’intermediazione immobiliare, professione che richiede visite alle proprietà, contatti e trattative con i clienti, gestione delle pratiche burocratiche, realizzazione e promozione degli annunci, valutazione delle case, eccetera. La soluzione a tutto questo c’è. Oggi grazie a specifiche piattaforme digitali, entrare nel mondo del mattone è più semplice, poiché queste permettono una maggiore organizzazione e flessibilità oraria, sia come agente/ consulente che come collaboratore esterno. Iad, rete di consulenti immobiliari indipendenti è stata pioniera in tal senso.

Entrare nell’immobiliare con iad anche come secondo lavoro

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